Con lo stanziamento previsto di 60 milioni di euro viene per la prima volta riconosciuta giuridicamente la figura del caregiver. Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale delle famiglie disabili, sottolinea l’importanza del provvedimento per il «riconoscimento ai caregivers dei diritti umani fondamentali, la predisposizione di forme di prepensionamento e di previdenza per un lavoro che è usurante». Bisogna anche considerare che le persone preferiscono morire a casa loro, e lo Stato deve mettere in grado le famiglie di potersi organizzare con l’assistenza a domicilio, vista anche la crescita dei nuclei composti da una sola persona, cresciuti tra gli anni ’70 e il 2011 dal 12 al 31%:. C’è bisogno di assistenti familiari, agevolazioni sulla sospensione dal lavoro (aspettativa, legge 104 per i permessi) e il pieno compimento della legge 38 del 2010 sulle cure palliative, che ancora non è sviluppata proprio nell’assistenza domiciliare. I caregiver, subiscono, oltre alle penalizzazioni economiche e lavorative, anche risvolti sulla loro qualità di vita. Infatti secondo il premio Nobel Elisabeth Blackburn, chi assiste un familiare malato può vivere dai 9 ai 17 anni in meno dei propri coetanei.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)