E’ stato recentemente pubblicato sul British Medical Journal un articolo che associa il consumo di carni rosse a un aumento di mortalità. Gli studiosi del National Cancer Institute hanno eseguito lo studio in sei stati Usa e due grandi città (Detroit e Atlanta), controllando 536.969 cittadini fra i 50 e 71 anni d’età per più di 15 anni. In quest’arco di tempo 128.574 sono morti, i maschi quasi in misura doppia rispetto alle femmine. Il consumo di carni rosse è stato associato ad un aumento di mortalità del 26%, soprattutto per tumori, malattie cardio-vascolari e respiratorie, diabete, patologie renali ed epatiche croniche. Una spiegazione per questi risultati potrebbe essere data dal fatto che nitrati, nitriti e ferro eme presenti nella carne rossa, provocano delle alterazioni dei meccanismi di stress ossidativo che regolano anche l’invecchiamento cellulare. Con un’alimentazione a base di carni bianche la mortalità risulta nettamente inferiore. Inoltre, in altre ricerche, sempre a proposito del consumo di carni rosse, sono state rilevate la precocità della pubertà (per gli ormoni presenti nelle carni) e l’antibiotico-resistenza a causa dell’uso indiscriminato di antimicrobici. In America e in molti altri paesi si consumano mediamente 110 chili di carne a testa ogni anno.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)