È stato l'incontro più commovente, quello avvenuto senza telecamere, per custodire la privacy degli ammalati e dei disabili. Francesco ha visitato la Piccola Casa della Divina Provvidenza, fermandosi a salutare e ad abbracciare uno ad uno tanti degli ospiti. «Non potevo venire a Torino - ha detto il Papa - senza fermarmi in questa casa, fondata quasi due secoli fa da san Giuseppe Benedetto Cottolengo», che «ispirato dall’amore misericordioso di Dio Padre e confidando totalmente nella sua Provvidenza, accolse persone povere, abbandonate e ammalate che non potevano essere accolte negli ospedali del tempo». Francesco ha detto che la situazione in cui operava il Cottolengo a volte si ripete anche nell'epoca odierna: «L’esclusione dei poveri e la difficoltà per gli indigenti a ricevere l’assistenza e le cure necessarie, è una situazione che purtroppo è presente ancora oggi. Sono stati fatti grandi progressi nella medicina e nell’assistenza sociale, ma si è diffusa anche una cultura dello scarto, come conseguenza di una crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma il consumo e gli interessi economici». «Tra le vittime di questa cultura dello scarto vorrei qui ricordare in particolare gli anziani - ha aggiunto Francesco - che sono accolti numerosi in questa casa. La loro longevità non sempre viene vista come un dono di Dio, ma a volte come un peso difficile da sostenere, soprattutto quando la salute è fortemente compromessa. Questa mentalità non fa bene alla società, ed è nostro compito sviluppare degli “anticorpi” contro questo modo di considerare gli anziani, o le persone con disabilità, quasi fossero vite non più degne di essere vissute».
(Fonte: tratto dall'articolo)