Il trend d’invecchiamento riscontrabile nelle società occidentali (Ocse 2011) ha alimentato l’interesse per le tematiche della non autosufficienza negli anziani, con un notevole incremento dei dati epidemiologici, clinici, sociali, nonché di quelli relativi agli interventi pubblici dedicati. Il modello connessionista di analisi del sistema salute, elaborato da Giarelli (1998) e Cipolla (2002), ha sviluppato le precedenti riflessioni di Ardigò (1997). Analizza i paradigmi della sociologia della salute in un unico sguardo che tiene conto , come prima non si faceva,della pluridimensionalità e della sua variabilità storico-geografica del problema (Cipolla 2002, 19). Questo articolo vuole proporre – e mettere alla prova – l’ipotesi che l’applicazione del modello connessionista all’analisi sociologica della non autosufficienza degli anziani possa contribuire al superamento delle criticità sopra evidenziate. In primo luogo illustra una sintesi del modello, come elaborato nella sociologia della salute, e poi lo adatta alla non autosufficienza. Tale adattamento viene utilizzato per discutere le principali sfide che le trasformazioni della società porranno al sistema di assistenza continuativa agli individui anziani non autosufficienti (Long-Term-Ltc) in Italia. Queste sfide possono essere identificate con: l’«invecchiamento plurale», il «ritardo della cultura del welfare», l’«accessibilità sfuggente» e la «fragilizzazione delle reti familiari». In conclusione, vengono richiamati quelli che – sulla base delle analisi condotte – sembrano i principali benefici dell’applicazione del modello connessionista alla non autosufficienza.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)