Nel dibattito sull’Internet of Things e sui wearable ci si sofferma spesso su come le loro potenzialità possano essere utili in contesti aziendali, industriali o per il tempo libero e lo sport; sono in pochi quelli che si interrogano su quali effetti e impatti positivi possano avere sulle persone che hanno bisogno di assistenza e aiuto quotidiano, come ad esempio le persone anziane. La tecnologia è destinata a diventare sempre più importante nel prossimo futuro: dato il crescente invecchiamento della popolazione in diverse nazioni (con le ultime statistiche dell’Organizzazione delle Nazioni Unite le quali affermano che entro il 2050 quasi un quarto della popolazione mondiale sarà più di 60 anni).E’ sempre più diffusa, quindi, l’idea che gli smart object indossabili possano diventare nuovi strumenti di monitoring per la salute, veri e propri device medicali che analizzano i dati biometrici delle persone. Si tratta di un mercato di nicchia riservato a piccoli fornitori? Non sembrerebbe.Per fare un esempio, anche il colosso Samsung si è lanciato con una startup chiamata Mybitat che, grazie ad un mix di sensori domestici e di dispositivi indossabili è in grado di monitorare e assistere le persone anziane: il suo funzionamento è basato su un algoritmo in grado di prevedere i cambiamenti di comportamento o le alterazioni dello stato di salute dell’individuo, inviando un segnale di allarme ai parenti o alle strutture sanitarie.
(Fonte: tratto dall'articolo)