Mai come ora la ricerca si è impegnata per trovare come rallentare e persino invertire il processo d’invecchiamento. Per arrivare a 120 anni, età per ora reputata come limite umano, si stanno impegnando biogerontologi, genetisti e biologi, con il sostegno di molte aziende biotecnologiche, gestite dagli uomini più ricchi del mondo. Ad esempio il fondatore di Palo Alto Institute, il medico-manager Joon Yun, ha istituito il premio «Palo Alto Longevity», un milione di dollari per chi contribuirà alla decodifica del processo d’invecchiamento. La California Life Company Calico, creata da Google, vuole trovare il modo di invertire il processo di invecchiamento ed ha effettuato un esperimento che ha fatto ringiovanire dei topolini. Attraverso un intervento di ingegneria genetica sono stati attivati, nell’organismo degli animali, quattro geni particolari scoperti dallo scienziato giapponese e premio Nobel Shinya Yamanaka, che hanno fatto tornare le cellule adulte alla forma embrionale, invertendo il processo di invecchiamento e aumentando del 30% la durata della vita. Altro esperimento, pubblicato su «Nature» dall’Università di Stanford, riguarda l’infusione di plasma ricavato dal sangue del cordone ombelicale su topi anziani, che ha portato a un recupero delle capacità cognitive. Un altro approccio tentato è quello che agisce sulla senescenza, che fa accumulare nelle cellule danni non riparabili del Dna: con una futura terapia si spera di eliminare dal corpo le cellule danneggiate per proteggersi dai danni della vecchiaia.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)