Secondo gli autori di un recente articolo pubblicato su Circulation «l’inattività fisica è un problema di salute pubblica persistente associato a una elevata incidenza di malattie cardiovascolari e di altre malattie croniche non trasmissibili». Risulta infatti che un terzo della popolazione globale non soddisfa le indicazioni date dalle organizzazioni che si occupano di salute pubblica rispetto ai livelli di attività fisica consigliabili. Ciò comporta che il 9% della mortalità prematura globale deve essere attribuito alla sedentarietà. Fare attività fisica porta a benefici metabolici, emodinamici, di composizione corporea, epigenetici e dello stato funzionale che aiutano a ridurre i fattori di rischio per molte delle malattie croniche non trasmissibili. Quindi l’attività fisica svolge un ruolo spesso comparabile alla terapia farmacologica nella prevenzione e gestione di oltre 40 malattie (obesità, diabete mellito, cancro, depressione, Alzheimer ecc…) Bisogna raggiungere e superare i 150 minuti a settimana di attività fisica, grazie alla quale si può ottenere un aumento del colesterolo ad alta densità (Hdl), la riduzione dell’indice di massa corporea (Bmi), una maggiore sensibilità all’insulina e la riduzione della pressione arteriosa.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)