Il dato sulla fuga degli ospedalieri lo ha raccolto, incrociando i numeri del Conto annuale dello Stato e di Onaosi (l’ente previdenziale e assistenziale dei camici bianchi) l’Anaao, principale sindacato di settore. Dei 4 mila che se ne sono andati nel 2022, prima del pensionamento, non è chiaro quanti abbiano scelto l’estero e quanti si siano spostati nel privato. I problemi per il sindacato sono tre: stipendi bassi, mancanza di sicurezza dovuta al rischio di contenzioso e pure alle violenze di qualche paziente o suo parente, mancanza di tempo o condizioni di lavoro disumane. Tra i reparti più in crisi ci sono, com’è noto, i pronto soccorso. In tanti li hanno lasciati in questi anni.
Ma ci sono anche casi di dottori che si mettono a fare i freelance e tornano a occuparsi di emergenza, magari a gettone.In passato si sono formati troppi pochi medici per fronteggiare l’onda dei pensionamenti. In questo modo gli organici si sono ridotti e in certi reparti il lavoro è diventato pesantissimo, cosa che, in un circolo vizioso devastante per il nostro sistema sanitario, ha spinto molti ad andarsene ben prima della conclusione della carriera pubblica.Nel 2020, rispetto a 4.500 borse utilizzate, sono andati via in 5.000. Ma anche negli anni, come il 2024, nei quali gli specializzandi sono di più dei pensionabili, ci sono comunque problemi. E poi alle uscite bisogna aggiungere anche i 4 mila e più che, come abbiamo visto, lasciano prima della pensione.
I medici ospedalieri sono circa 102 mila in Italia e secondo Anaao oggi ne mancano 15 mila. Ci vorrà ancora tempo prima di recuperare. Le cose dovrebbero migliorare nel 2026-2027, quando sarà passata la gobba pensionistica e entrerannopiù specializzandi, quelli che hanno cominciato a studiare nel 2021-2022 quando è cominciato l’aumento delle borse. Per questo i sindacati si oppongono all’eliminazione del numero chiuso di medicina, stimando che nel 2030 la tendenza sarà ormai invertita e ci saranno tanti camici bianchi specializzati.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)