Dal capitolo dedicato al welfare dell’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese emerge che, nel 2016, le persone non autosufficienti sono 3.378.000 (l'8% della popolazione). L'80,8% ha oltre 65 anni di età. Se questo trend si dovesse confermare il Censis stima che, nel 2031, i non autosufficienti saranno 4.666.000; area più a rischio il Sud, con un incremento previsto del 10,5%. Sull’assistenza domiciliare si delinea un quadro di insufficienza cronica con una residenzialità che è la cenerentola dell’assistenza solo (273.000 ospiti). Nell'ultimo anno le famiglie con non autosufficienti hanno sperimentato maggiori difficoltà nel sostenere le spese sanitarie (il 51%rispetto al 31,5% del resto delle famiglie). Ancora poco accettate dagli italiani soluzioni come la fornitura di assistenza con i robot (il 73% degli over 75 anni è assolutamente contrario). L’età di accesso alla pensione è un altro punto critico del welfare italiano dove si va in pensione più tardi che nel resto d'Europa. Nel settore pubblico, nel privato e nel lavoro autonomo per gli uomini 66 anni e 7 mesi. Per le donne: 66 anni e 7 mesi nel settore pubblico, 65 anni e 7 mesi nel privato e 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome. In media negli altri Paesi europei si va in pensione a 64 anni e 4 mesi per gli uomini e a 63 anni e 4 mesi per le donne. Il gap è destinato ad aumentare nel prossimo futuro. In media, l'età alla quale gli italiani pensano che andranno in pensione è 69 anni, ma l’aspettativa è di andarci è 62 anni. Nel periodo 2007-2017 diminuiscono quelli che pensano di avere un reddito di vecchiaia adeguato (dal 47,8% al 40,8%). Cresce (dal 23,4%al 31,2%) la percentuale di chi è convinto che percepirà un reddito appena sufficiente a sopravvivere, sale (dal 18% al 21,7%) la quota che ritiene che avrà un reddito insufficiente.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)