Su 8 milioni di anziani colpiti da dolore cronico sono quasi 5 milioni quelli che, pur soffrendo di un dolore cronico grave, non sono curati in alcun modo, la cui sofferenza è sottostimata e sotto-trattata, specialmente se sono anziani istituzionalizzati o con patologie complesse come la demenza. Basterebbero invece cinque minuti di osservazione di cinque elementi non verbali, dalla postura alle espressioni del viso per valutare la gravità del dolore. Nell’anziano il dolore può essere correlato a malattie, ma anche a fenomeni psicologici e sociali come solitudine, lutto, fragilità. Il dolore non trattato, costringe il paziente in una condizione di vulnerabilità e spesso determina una perdita di dignità. Il dolore va quindi decifrato, riconosciuto, valutato e, misurato per poterlo trattare in modo adeguato, ricorrendo alla farmacologia e a terapie non farmacologiche con un’attenzione globale alla persona.
(Fonte: tratto dall'articolo)