Recensione del libro di Emma Hooper, Etta e Otto e Russell e James. Ambientato in un Canada incantato, inizia con la decisione di Etta di vedere il mare prima di compiere 83 anni. Parte a piedi, da sola, andando verso est, dovrà percorrere 3231 chilometri. Otto, il marito, suo coetaneo, si limita a scriverle delle lettere senza spedirle (non sa dove) e si dedica alla cucina con la pila di ricette che Etta gli ha lasciato; quando riuscirà a cucinare dei biscotti alla camomilla decenti li offrirà al vicino Russell, (il terzo nome del titolo), il quale decide di andare a cercare Etta, che sta perdendo la memoria Al resoconto del viaggio di Etta si alterna la storia della vita dei protagonisti, ragazzi nel corso della II Guerra Mondiale. L’ultimo nome del titolo, James, è quello di un coyote (che parla e canta) che, dopo aver leccato i piedi sanguinanti di Etta mentre dorme, decide di accompagnarla. La sua impresa viene immortalata da un fotografo e pubblicata sul quotidiano locale e il marito, Otto, ne comprerà 326 e, dopo avere ritagliato la foto utilizzerà tutta quella carta per realizzare uno zoo in cartapesta da mettere in giardino in attesa del ritorno di Etta. Dopo la pubblicazione dell’articolo Etta troverà, quando giunge vicino a centri abitati, folle di sostenitori che l’incoraggiano e le portano doni. Come tutte le imprese visionarie, anche quella di Etta ha un potere taumaturgico e coloro che ne sono contagiati sono spinti a realizzare i loro sogni.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)