(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Meli Elena

A quali donne può servire la terapia ormonale

Il Corriere della Sera, 01-11-2015, p.46

Sono quasi 14 milioni le italiane sopra i 50 anni in menopausa, argomento di cui si parla ancora con difficoltà. Per questo motivo la Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ha lanciato la campagna “Menopausa meno... male!” per dare tutte le informazioni che possono servire per questo periodo della vita, poiché, come spiega Paolo Scollo, presidente Sigo, «sul tema c’è confusione. Dopo una fase di entusiasmo per la terapia ormonale sostitutiva siamo passati alla paura acritica degli ormoni, poi sono arrivati gli isoflavoni di soia a richiamare l’attenzione, salvo poi scoprire che anche questi devono essere maneggiati con cura. È giunto perciò il momento di fare chiarezza, spiegando innanzitutto alle donne che la menopausa non è una disgrazia, ma va affrontata come merita». Dai dati di un sondaggio Sigo su circa 2 mila donne il 68% la ritiene una fase negativa e il 58% si sente peggio di prima, anche se poche sanno che dopo la menopausa cresce il rischio di disturbi cardiovascolari, osteoporosi, tumori. Il 35% ha assunto terapia ormonale: solo nel 3% dei casi chi non lo hanno fatto è perché priva di disturbi, il 20% pensa che non serva, più del 30% non è stata informata e il 43% ha paura degli ormoni. Negli anni si è visto che la terapia ormonale sostitutiva va prescritta subito, e solo alle donne con sintomi e che non abbiano una controindicazione assoluta agli ormoni. «Oggi si usano dosaggi più bassi ed estrogeni molto selettivi, che non arrivano al tessuto mammario – aggiunge Rossella Nappi, ginecologa dell’Ambulatorio di endocrinologia ginecologica e della menopausa del Policlinico San Matteo di Pavia –. Inoltre le vampate si hanno soprattutto in peri-menopausa, a volte bastano uno o due anni di cura per risolvere i malesseri senza incidere sul rischio di tumore al seno». Le vampate, stando ai dati raccolti da SIGO, sono il sintomo più fastidioso. Una valutazione individuale dei rischi e dei possibili benefici è essenziale per poter ben intervenire e proporre la terapia più efficace.

(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)

TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Meli Elena
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2015
Pagine46
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2015-11-01
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteIl Corriere della Sera
Subtitolo in stampaIl Corriere della Sera, 01-11-2015, p.46
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)
Volume
Approfondimenti
Meli Elena
Parole chiave: Donna Menopausa