I dati del sindacato Spi Cgil sugli anziani romani dicono che sono a forte rischio povertà, con un reddito annuale inferiore a 11mila euro lordi, che sono soli, ultrasessantacinquenni e non hanno accesso a servizi pubblici come sanità, trasporti e centri di aggregazione sociale. L’allarme riguarda anche i quartieri più residenziali della città, ma in periferia si arriva a quattro anziani su dieci che vivono con meno di 11mila euro l’anno. A Roma si contano più di 626mila over 65 e almeno il 30% è a rischio povertà. Spiega Ernesto Rocchi segretario Spi Cgil di Roma e Lazio che la solitudine è il primo problema, e che negli ultimi anni si è molto allargata la forbice tra chi vive in centro e chi in periferia. Sottolinea Salvatore Monni, professore di Economia dello sviluppo presso l’università Roma Tre che per un anziano a rischio al centro ce ne sono tre nelle aree periferiche. Secondo lo studio del blog mapparoma, gestito dal professore con i docenti Ketty Lelo e Federico Tomassi, dentro le Mura Aureliane ci sono due centri sanitari ogni mille abitanti, ma per chi vive a ridosso del Raccordo il rapporto crolla a due ogni diecimila residenti. Stesso problema anche per i centri sociali: sono uno per ogni 10mila abitanti sul litorale, a Monteverde, Flaminio, San Giovanni e Cinecittà. Questo a causa di una mancanza di pianificazione del comune per le politiche sociali, conclude Ernesto Rocchi, e il rischio è di continuare ad aumentare gli esclusi.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)