L’anoressia è una patologia che colpisce soprattutto tra i 15 e i 25 anni, ma può comparire anche intorno ai 40-45 anni ed oltre, magari in seguito a un lutto, un divorzio, a problemi con i figli, un licenziamento. Solitamente si tratta di persone che ne avevano sofferto in passato o che non avevano già precedentemente un buon rapporto col cibo, che l’evento negativo fa detonare nella malattia. Nel 50% dei casi le persone recuperano una perfetta forma fisica e psicologica e nel 25% dei casi si sta molto meglio, anche se restano sintomi residui. La malattia si cronicizza nel restante 25%, e i soggetti continuano ad avere una sofferenza costante che li porta ad avere una insufficiente qualità di vita. L’anoressia è più diffusa tra le donne e dipende per lo più da quattro elementi: il patrimonio genetico, il carattere (per esempio il perfezionismo), le relazioni familiari e i modelli sociali di magrezza che oggi imperano. La mancanza di cibo fa salire il livello di dopamina, l’ormone dell’euforia e per questo le sensazioni innescate dal digiuno possono “piacere”.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)