Egidio, di 80 anni, è finito in galera per nove mesi, per aver portato un migrante irregolare in Italia, nonostante non avesse ricevuto nulla in cambio. Infatti anche se fatto gratuitamente per la legge è «favoreggiamento dell’immigrazione irregolare». 

Egidio così si è trovato in carcere a Parma e si è ammalato di tumore. Era stato un operaio saldatore e giramondo in pensione e nel 2012 aveva trovato un uomo dentro a un baule legato sopra al suo furgone, sbarcato con un traghetto dalla Grecia all’Italia. Dopo la denuncia non aveva più seguito il procedimento a suo carico perché aveva cambiato casa e non ne aveva informato la magistratura. Per il diritto penale è un reato ostativo, che non consente alternative alla detenzione in cella: per evitare la prigione avrebbe dovuto avere una perizia medica che non ne consentisse la permanenza in una casa circondariale. Ma l’istanza può essere depositata solo dopo che il condannato sia stato arrestato, e l’avvocato di Egidio a maggio ha richiesto i domiciliari. L’anziano, nel frattempo, a causa della condanna aveva perso anche l’assegno assistenziale a integrazione della pensione. Ai primi di settembre era stato concessa la detenzione domiciliare, ma solo dopo le dimissioni dall’ospedale. 

Ma il cancro è stato più veloce. Il suo difensore suggerisce che, a fronte di casi in cui sono coinvolti soggetti così fragili, la magistratura, prima di emettere l’ordine di esecuzione, allerti i servizi sociali.