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Mariano Paola

A caccia dell’inedito legame con i batteri dell’intestino

La Stampa, 10-12-2020, p.37

Per fermare gli esordi dell'Alzheimer si potrà agire sull'intestino, con terapie semplici come probiotici (batteri intestinali «buoni») o con sostanze prodotte naturalmente da questi microrganismi.

Questi i risultati di una serie di studi condotti tra Milano, Brescia e Napoli e coordinati da Giovanni Frisoni dell'Università di Ginevra.

Si è infatti trovato un legame tra la patologia e la presenza di determinati batteri nell'intestino e le sostanze rilasciate da questi, poi ritrovate sia nel sangue sia nel cervello. Potrebbero essere queste molecole ad innescare la malattia, causando reazioni infiammatorie e immunitarie nel cervello.

Proseguono in tutto il mondo gli studi per approfondire questo legame e il modo più corretto per intervenire.

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Mariano Paola
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine37
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2020-12-10
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 10-12-2020, p.37
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Mariano Paola
Attori
Parole chiave: Malattia di Alzheimer