Per fermare gli esordi dell'Alzheimer si potrà agire sull'intestino, con terapie semplici come probiotici (batteri intestinali «buoni») o con sostanze prodotte naturalmente da questi microrganismi.
Questi i risultati di una serie di studi condotti tra Milano, Brescia e Napoli e coordinati da Giovanni Frisoni dell'Università di Ginevra.
Si è infatti trovato un legame tra la patologia e la presenza di determinati batteri nell'intestino e le sostanze rilasciate da questi, poi ritrovate sia nel sangue sia nel cervello. Potrebbero essere queste molecole ad innescare la malattia, causando reazioni infiammatorie e immunitarie nel cervello.
Proseguono in tutto il mondo gli studi per approfondire questo legame e il modo più corretto per intervenire.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)