Convivere in quarantena non è assolutamente facile, anche e soprattutto se non si riesce a scorgere la fine di questo disagio che coinvolege le famiglie, preuccupate ognuna al suo interno di gestire problematiche mai vissute, cresce quindi la preuccupazione per il futuro.
Un disagio che – secondo i dati appena diffusi dall’osservatorio “Mutamenti Sociali in Atto-COVID19” (MSA-COVID19) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr – colpisce particolarmente chi possiede un titolo di studio medio-basso e in generale più le donne, tornate volenti o nolenti a svolgere il loro “ruolo naturale di madre e moglie”.
In generale la resilienza cresce con il livello di istruzione e l’età, la fascia 50-69enne è la più orientata al problema. La capacità di fronteggiare, resistere e reagire positivamente a un evento stressante o traumatico (misurata su due indicatori: “orientato al problema” e “focalizzato su emozioni positive”) evidenzia un atteggiamento più centrato sulle emozioni positive (maggiormente gli uomini) e un po’ meno orientato al compito (maggiormente le donne).
(Sintesi redatta da: Righi Enos)