Diversi studi scientifici confermano i benefici dei giochi enigmistici nel miglioramento a breve termine di alcune abilità cognitive. La “ginnastica cerebrale” allena, oltre a attenzione e concentrazione anche memoria, capacità verbali e spaziali e ragionamento logico. Un toccasana privo di effetti collaterali, nato dal concetto che il nostro cervello è un muscolo come gli altri, che può quindi essere allenato e potenziato sia con programmi di training cognitivo con personale specializzato, sia con attività quotidiane. Tra le cose che possono aiutare è imparare a suonare uno strumento musicale, studiare una lingua straniera, allacciare le scarpe o abbottonarsi la camicia a occhi chiusi, pettinarsi o lavarsi i denti con la mano non dominante. Per questo negli ultimi anni alcuni atenei, comuni e associazioni propongono corsi dedicati con attività pratiche, che puntano a migliorare una o più funzioni cognitive dell’anziano. I benefici, con l’ausilio si incontri di richiamo, si protraggono nel tempo. L’ingresso nella terza età è una fase di passaggio e occorrono strategie ed accorgimento per contrastare l’invecchiamento. Allenando quotidianamente il cervello si contrasta il declino cognitivo e si riesce a rallentare, almeno in parte, l’evoluzione di malattie neurodegenerative. Non si è ancora ben compreso come contrastare più a lungo l’insorgere delle malattie degenerative, perché la ricetta per un invecchiamento di successo è complessa. Comunque è appurato che gli stili di vita possono migliorare la situazione, come anche l’esercizio di una certa funzione cognitiva, come la memoria, che porta a migliorare le prestazioni. Anche se gli esiti su questo tipo di allenamenti rimangono incerti, per questo è meglio variare tra i vari esercizi, alternando compiti visuo-spaziali e verbali. Bisogna poi ricordare che anche leggere, scrivere, fare conversazione, andare al teatro o al cinema contribuisce a tenere allenato il cervello. L’importante è sforzare l’attenzione. Da uno studio recente dell’università di Edimburgo, risulta che anche i giochi da tavolo possono proteggere dal declino e aumentare le funzioni cognitive negli anziani. I ricercatori hanno monitorato per dieci anni un migliaio di anziani che erano stati coinvolti, all’età di 11 anni, in una valutazione del quoziente intellettivo. Il declino cognitivo, tra i 70 e i 79 anni, ha interessato tutti, ma è risultato significativamente ridotto, soprattutto in termini di memoria e velocità di esecuzione, nei giocatori assidui di scacchi, bingo e carte. La pratica di giochi diversi è stata associata a un minor declino delle funzioni cognitive complessive. Anche guardando un film si può esercitare il cervello, concentrandosi sulla trama, associando gli scenari ai luoghi delle riprese o i personaggi ai nomi degli attori.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)