La vitamina D, associata al sole, è, a causa della quarantena, la grande assente di questi mesi, nonostante il suo ruolo fondamentale per avere ossa sane. Più della metà degli italiani non ne ha abbastanza. E' presente nell'organismo con il processo di sintesi cutanea che avviene quando si espone la pelle ai raggi del Sole.
E' l'ormone che regola il metabolismo delle ossa, mantenendo alta la mineralizzazione, rendendola fondamentale per la lotta all'osteoporosi, che colpisce circa 5 milioni di italiani. L'ipovitaminosi D per questo è un problema di molti anziani, poiché le stime mostrano che l'80% degli over 65 presenta livelli ormonali inferiori a quelli indicati. A causa dei tanti farmaci che mediamente prendono gli anziani la gestione farmacologica dell'osteoporosi nell'anziano è delicata.
Il modo migliore per produrre la vitamina D è l'esposizione al sole, in questo modo si innesca il circolo virtuoso: più vitamina, maggiore assorbimento di calcio a livello intestinale e renale, migliore salute delle ossa. Sono due le forme sotto cui si presenta la vitamina D: il colecalciferolo (o vitamina D3) che viene sintetizzato dall'organismo, e l'ergocalciferolo (o vitamina D2) che si assume con il cibo. Anche come si mangia è quindi importante per arrivare al il fabbisogno giornaliero dell'ormone (dalle 200 alle 600 unità, dai più giovani ai più anziani).
Negli alimenti la vitamina D si trova in modeste quantità in pesci grassi (salmone e aringhe), uova, verdure a foglia verde, latte (ma non in quello materno) e derivati.
Nella dieta non debbono quindi far mancare questi alimenti. In caso si verifichi tramite analisi una carenza di questa vitamina si può ricorrere agli integratori ma sempre sotto controllo medico.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)