Giocare è, sciveva lo psicologo Jean Plaget, “il lavoro dei bambini”, perché, rincara l’Accademia di pediatria, “Giocare non è frivolo, è così che si costruisce il cervello”. Ma questa regola non vale solo per i bambini, infatti è utile per stimolare la creazione di nuovi neuroni e sinapsi. Già nel 2003 il New England Journal of Medine segnalava che il rischio di sviluppare l’Alzheimer era ridotto del 7% per gli anziani che una volta a settimana fanno dei giochi enigmistici e fino al 63% per quelli che li fanno 11 volte al mese. Il tempo del gioco in famiglia aiuta ad avere un momento condiviso, di ricreare o stringere vecchi e nuovi legami. Ormai, grazie anche agli smarphone, è possibile giocare ovunque, cosa che consente, in alcuni casi, come ad esempio con il Tetris, di migliorare la capacità di concentrazione e comunque, a tutte le età, è un segno di sanità mentale.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)