Da diverso tempo l’Inps non invia più la sua documentazione a domicilio, con un risparmio per le sue casse valutabile tra i 50 e i 100 milioni di euro. Contemporaneamente ha iniziato un processo di digitalizzazione che ha portato – il 1° ottobre scorso – all’adozione dello SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale per l'accesso on line ai suoi servizi.
Tuttavia, da questo processo innovativo resta di fatto esclusa una larga fetta della popolazione anziana, penalizzata dal digital divide, ossia da quel divario che sussiste tra chi è in grado di accedere alle nuove risorse tecnologiche - da Internet all’Informatica – e chi non lo è. Nello specifico, l’uso dello SPID richiede il possesso di un indirizzo di posta elettronica e di un telefono cellulare dedicato.
I sindacati italiani, in rappresentanza dei pensionati, hanno stretto una Convenzione con l’Istituto che permette loro di scaricare – su richiesta degli interessati – sia l’ObisM (il riepilogo annuale della loro posizione), sia il Cud per compilare la dichiarazione dei redditi. La Convenzione scadrà a dicembre ma le sigle sindacali hanno già chiesto una proroga e una modifica: la possibilità di scaricare anche i cedolini mensili delle pensioni. Per andare incontro anche agli anziani non iscritti, è stata avanzata l’ipotesi di aprire uno sportello ad hoc presso i Comuni italiani.
Naturalmente non si tratta di essere contrari all’innovazione digitale, sottolineano i sindacati, quanto piuttosto di tutelare, in questa fase, gli interessi dei più fragili. La sfida è investire, ad esempio, le risorse del fondo dell’UE, denominato The Next Generation, in un vasto progetto di alfabetizzazione digitale. Nel frattempo però l’Inps potrebbe venire incontro ai suoi assistiti almeno modificando in parte il suo sito e rendendolo più age friendly.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)