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Corradini Francesca, Notari Giulia

Accompagnare all’ingresso in una struttura protetta

Prospettive Sociali e Sanitarie, 4/2023, 2024, pp.33-36

Le funzioni dell’assistente sociale non si esauriscono solo nel consentire l’accesso alle prestazioni, ma si esplicano sia nell’accompagnamento delle famiglie all’organizzazione del piano assistenziale, sia nel coordinamento delle risorse presenti sul territorio, sia nella promozione del lavoro di comunità. L’assistente sociale del territorio ha una funzione importante nell’accompagnare le persone e le famiglie nella scelta dell’inserimento in struttura e nella fase di transizione. Un aspetto interessante è la funzione che gli operatori possono rivestire nel destigmatizzare la scelta dell’inserimento in struttura, aiutando le famiglie a ridurre i sensi di colpa e a prendere una decisione consapevole. 


Questo elemento è indubbiamente correlato, tra gli altri, all’opinione degli operatori sul significato e le conseguenze dell’inserimento in struttura di una persona anziana e sul ruolo delle famiglie nella cura delle persone non autosufficienti. L’inserimento in struttura protetta avviene di frequente in seguito a un ricovero ospedaliero.Nella fase delle dimissioni entrano in campo le funzioni degli assistenti sociali ospedalieri, che rivestono un compito importante nel favorire il passaggio tra l’ospedale e il territorio. Tuttavia, nonostante la tradizione storica del servizio sociale ospedaliero, in Italia l’inserimento degli assistenti sociali negli ospedali non è diffusa in maniera omogenea hanno evidenziato come, anche in Italia, sia complesso definire e circoscrivere il ruolo dell’assistente sociale nel contesto ospedaliero, all’interno di una cultura dominante di tipo clinico. 


La questione dell’integrazione tra la componente sociale e quella sanitaria emerge con evidenza, in particolare quando la persona che deve essere dimessa necessita di supporti assistenziali o dell’inserimento in una struttura protetta. Il raccordo tra l’ospedale e la rete dei servizi sociosanitari del territorio resta infatti un aspetto critico: i dati mostrano che quasi il 90% delle persone con più di 65 anni che effettuano ricoveri multipli in ospedale è stato precedentemente dimesso al domicilio senza alcuna forma di presa in carico assistenziale. 


Peraltro, la presenza di un servizio sociale ospedaliero non risolve automaticamente le criticità della fase di dimissione, perché i tempi dell’ospedale e quelli necessari all’attivazione di un intervento territoriale non sempre coincidono, in particolare quando si tratta di inserire la persona in una struttura residenziale. L’urgenza dettata dall’esigenza di liberare il posto letto può portare a concentrare la valutazione delle condizioni della persona pressoché esclusivamente sugli aspetti clinici, trascurando la componente psicologica e quella sociale, determinanti per un’adeguata pianificazione del percorso di transizione.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Corradini Francesca, Notari Giulia
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2024
Pagine33-36
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero4/2023
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive Sociali e Sanitarie
Subtitolo in stampaProspettive Sociali e Sanitarie, 4/2023, 2024, pp.33-36
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Corradini Francesca, Notari Giulia
Attori
Parole chiave: Operatore socio-assistenziale e sanitario