A dieci anni dalla crisi del 2008, il lavoro in Italia è tornato a crescere. Gli occupati sono 23,3 milioni oggi, contro i 23 milioni di un decennio fa. Ma l’onda ha travolto tutto e i lavoratori non sono più gli stessi.
I numeri assoluti fanno effetto: nel 2008 i ragazzi fra i 15 e i 24 anni senza un lavoro erano 388.000, oggi sono 461.000, ma nel 2014 avevano superato la soglia dei 740.000.
Se si sale di fascia, tra i 25 e i 34 anni, i disoccupati sono 752.000, sfiorando il milione (948.000) tra i 35 e i 49 anni. Intere generazioni ferme in una "palude". Complice il mix tra l’invecchiamento della popolazione, aumento dell’età pensionabile e tendenza ad assumere chi ha più competenze, a crescere sono soprattutto i lavoratori over 50.
In questa fascia di età, in Italia, il tasso di occupazione in dieci anni è passato dal 48 al 60,6 per cento.
Non sono servite le riforme del lavoro, a rompere il muro fra tutelati e non tutelati; tra padri e nonni con contratti solidi e figli con contratti ultra flessibili. L’effetto è stato una concentrazione di ricchezza tra i più anziani e la crescita dei tassi di povertà fra i giovani. Quanto alla composizione del mercato del lavoro: dal 2008 a oggi in Italia si contano 1 milione di operai in meno (-16,5%), mentre si sono guadagnate 700.000 posizioni esecutive nel settore dei servizi e 400.000 professioni non qualificate, colf e badanti. Le attività commerciali hanno perso circa 200 mila posti, a favore del settore dei trasporti e del magazzinaggio (complice la vendita on-line). Professioni come l’agente del turismo - con i siti web per prenotare online - stanno via via sparendo, ma nel comparto ristorazione e alloggi si contano oggi oltre 200.000 addetti in più, tra cuochi, camerieri e addetti negli alberghi.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)