L’Active Ageing è un terreno di studio manageriale e tema di discussione all’interno dell’Unione Europea: le aziende devono dotarsi di un piano anti ageing entro il 2020. Di fronte alla situazione demografica urge affrontare la sfida dei lavoratori maturi. L’equilibrio tra lavoratori junior e lavoratori senior si è rotto e, di fronte a una nuova fisionomia della popolazione aziendale, è necessario che le aziende maturino una consapevolezza del fenomeno e sviluppino contesti organizzativi in cui la dimensione anagrafica non venga percepita come un freno al lavoro. Come fare a disegnare un’organizzazione in grado di gestire e valorizzare un mix generazionale sbilanciato verso gli over ’50?
Innanzitutto è fondamentale superare gli stereotipi che legano la performance all’età, associano l’invecchiamento alla diminuzione delle capacità cognitive e considerano la dimensione anagrafica un vincolo nei percorsi di avanzamento della carriera. Le neuroscienze dimostrano che l’apprendimento non è confinato in una fase della vita. Progettare un contesto teso a favorire lo scambio di conoscenze e capace di mantenere alta la motivazione incide sul benessere dei dipendenti e rappresenta un’opportunità per creare un nuovo patto tra l’azienda e chi vi lavora. Di questo si parlerà il 4 aprile prossimo all'evento "Active Ageing: dall’inclusione dei lavoratori maturi alla capacità di produrre innovazione" (Via Roma 108, Cassina de Pecchi, Milano).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)