L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha formalmente riconosciuto l’Irlanda come un Paese leader nel campo dei Programmi per l’invecchiamento, prendendola a modello delle iniziative di “buone pratiche”. Dal 1980 la sua popolazione sta invecchiando velocemente: la fascia di età composta da persone dai 65 anni in su è aumentata del 19% tra il 2011 e il 2016 e l’aspettativa di vita è attualmente di 79 anni per gli uomini e 81 per le donne. Secondo Catherine McGuigan, responsabile dell’Associazione Age Friendly Ireland, le persone che vivono più a lungo si aspettano di trascorrere la vecchiaia in salute. Il suo motto è “bisogna aggiungere vita agli anni, non anni alla vita”, e con queste premesse, nei 10 anni in cui è attiva, ha portato a termine 8.000 iniziative, istituendo luoghi di incontro per anziani, intervenendo per migliorare il sistema dei trasporti nelle località di campagna più isolate e prevedendo progetti di co-housing “age friendly”, uno strumento utile ad evitare il ricovero in case di cura, che inoltre permette lo sviluppo, al suo interno, di una comunità di over attenta ai bisogni dell’altro.

Un altro progetto del quale Catherine è particolarmente orgogliosa è l’apertura di 48 nuove biblioteche destinate agli anziani, dove lo staff impiegato è qualificato a intercettare i loro interessi e ad aiutarli ad usufruire dei servizi. Molto importanti sono poi le buone pratiche che riguardano il rapporto intergenerazionale: Age Friendly ha inaugurato un progetto, del quale tutte le parti coinvolte sono rimaste entusiaste, che ha visto 30 giovani studenti “adottare” ciascuno un anziano per insegnare le nuove tecnologie, a partire dall’uso di un tablet.