E' stata firmata a Trieste la Carta Europea della Non Contenzione nel corso della Conferenza sul "Nursing Abilitante". Un primo ma determinante passo per abolire le pratiche di contenzione sui pazienti in tutte le modalità e tutti i contesti. In uno studio osservazionale, cross-sectional, di 39 presidi ospedalieri e 70 RSA nel periodo di rilevazione risultavano sottoposti a contenzione fisica il 15,8% dei degenti nelle diverse unità operative ospedaliere e il 68,7% dei residenti nelle RSA (6.690 ospiti in nuclei ordinari e Alzheimer). La prevenzione delle cadute, da sola o associata ad altre motivazioni, era indicata come causa della contenzione nel 70% dei casi in ospedale e nel 74,8% dei casi nelle RSA.
Le motivazioni che inducono a contenere gli ospiti, nelle residenze per anziani, si ravvisano nella necessità di prevenire danni da caduta, da comportamenti disturbanti quali aggressività e vagabondaggio e di consentire la somministrazione di un trattamento medico senza l'interferenza del paziente. In realtà si tratta di un intervento inappropriato nell'anziano a causa delle conseguenze su molte funzioni fisiche e psichiche, non più stimolate adeguatamente. Si riduce la massa e il tono muscolare, peggiora l'osteoporosi, si perdono progressivamente le abilità quotidiane, come mangiare da soli, vestirsi, lavarsi. Pesanti sono le conseguenze sul piano psicologico, anche se si tratta di pazienti confusi o dementi: dall'agitazione all'umiliazione, alla paura, all'apatia, alla deprivazione neuro-sensoriale. Le cadute, motivo per cui viene usata la contenzione, spesso non diminuiscono e gli esiti sono più rovinosi. La mortalità nei pazienti sottoposti a contenzione pare sia maggiore, anche se non è mai stata quantificata. Benvenuta quindi Carta di Trieste.
(Fonte: tratto dall'articolo)