In Italia, il tema dell’aderenza diventa particolarmente significativo per effetto di una popolazione in progressivo e significativo invecchiamento. Gli anziani sono spesso afflitti da più patologie e gli schemi di terapia si complicano notevolmente acuendo l’importanza della corretta assunzione delle medicine. Per aderenza ad un trattamento farmacologico si intende il raggiungimento di due diversi obiettivi: la corretta assunzione, secondo le modalità prescritte e la giusta implementazione del trattamento,(farmaci, tempi, dosi, modalità di assunzione), nonché la sua persistenza (costanza e continuità nell’assunzione del farmaco o dei farmaci prescritti). I dati del rapporto Osmed 2018 (Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali) rivelano che il 98% degli over 65 ha avuto almeno una prescrizione farmacologica e, per entrambi i generi, come anche in tutte le fasce di età anziane, si registra in media l’assunzione di 6,7 sostanze diverse per utilizzatore. Il numero medio di sostanze assunte cresce con l’aumentare dell’età.
Fra le strategie di intervento per affrontare il problema si possono individuare quattro categorie di approcci:
- il coinvolgimento attivo e consapevole del paziente nella scelta terapeutica;
- l’utilizzo delle nuove tecnologie disponibili, ad esempio per ricordare al paziente i tempi e le modalità di assunzione del trattamento;
- l’attivazione di attenzione specifica del MMG o di altri soggetti di prossimità, come il farmacista territoriale o il MMG;
- la semplificazione della terapia mediante l’utilizzo di associazioni e polipillole.
In questo ultimo ambito il C.R.E.A. ( Consorzio Ricerca economica applicata in Sanità) ha appena presentato i risultati di una nuova meta-analisi per verificare l’efficienza delle polipillole per le malattie cardiovascolari in termini di aderenza e persistenza al trattamento, rispetto alla terapia di combinazione di più farmaci.
Dallo studio emerge che le strategie terapeutiche basate su formulazioni che combinano al loro interno più principi attivi (polipillole), possono favorire una migliore aderenza al trattamento. In particolare, rispetto alle cure usuali, nel caso di assunzione di polipillole, si è evidenziato un incremento del 14,4% dei pazienti aderenti e del 13,4% dei soggetti con aderenza al trattamento superiore all’80% in termini di proporzione di copertura giornaliera (Proportion of days covered). Insieme a questa analisi il Crea, con la Federazione dei medici di base ( FIMMG) ha condotto un sondaggio su 823 medici di famiglia. Questi i principali risultati: a parte i disturbi cognitivi, per i medici, è la complessità della terapia la principale determinante della scarsa aderenza terapeutica, seguita dal livello culturale dei pazienti. Questi ultimi, invece, propendono per attribuirne la responsabilità agli effetti avversi delle cure, temuti o presunti. Fra i principali aspetti propositivi della ricerca spunta la necessità di svolgere una azione prioritaria di intervento per il miglioramento dell’aderenza attraverso la necessità di una semplificazione della stessa e perseguendo strategie di educazione terapeutica. Nella percezione dei medici, anche le tecnologie (in primis la telemedicina) possono avere un ruolo nella promozione dell’aderenza (lo ritiene il 56,6%degli intervistati).
In allegato il testo del Rapporto.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)