Incontriamo zia Camilla sulla piazza di un piccolo paese non lontano dal lago di Garda e dal corso dell'Adige. Per le borsette e i cappellini tutti la chiamano la Regina, e in effetti nel portamento assomiglia alla regina d'Inghilterra, con qualche stranezza in più.
Qualcuno l'ha fatta sedere sulle pietre della fontana dove la raggiunge la nipote Andreina, e un pezzo di realtà di zia Camilla si ricompone.
È l'esordio, così lo chiamano, di una malattia che si è manifestata a poco a poco, a giorni alterni, finché il mondo fuori l'ha vista e da quel momento è esistita per tutti, anche per lei. Zia Camilla è sempre vissuta in campagna tra fiori, galline e gli amati orologi, nella grande casa dove la nipote è cresciuta con lei e con zio Guidangelo.
Ora Andreina, che è moglie e madre mentre la zia di figli non ne ha avuti, l'assiste affettuosamente e intanto racconta in prima persona il presente e il passato delle loro vite.
Una narrazione viva ed energica, come zia Camilla è sempre stata e continua a essere. Intorno e insieme a loro, parenti, amiche, altre zie, donne venute da lontano che hanno un dono unico nel prendersi cura, tutte insieme per fronteggiare questo ospite ineludibile, il «signor Alzheimer», senza perdere mai l'allegria.
Perché zia Camilla riesce a regalare a tutte loro la vita come dovrebbe essere, giorni felici, fatti di quel tempo presente che ormai nessuno ha più, e per questo ricchi di senso.
(Fonte: www.ibs.it)