L’agricoltura diventa protagonista con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili, che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona. Lo prevede la “legge nazionale sull’agricoltura sociale”, che segna la nascita di un nuovo modello di welfare. Si tratta di una svolta epocale, con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti all’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Il 68% degli italiani vorrebbe trascorrere la vecchiaia a contatto con la natura negli agriospizi, strutture per anziani situate in mezzo al verde. Circa il 78% vorrebbe che i propri figli frequentassero una fattoria didattica. Ambedue le tipologie di strutture sono forme di “agricoltura sociale”, un settore definito da Coldiretti come “la nuova frontiera delle campagne italiane”. Alcune strutture puntano al recupero e al reinserimento lavorativo di persone emarginate e di soggetti con problemi di dipendenza. Altre, invece, sono specializzate in “agricoltura terapeutica”, rivolta a disabili fisici e psichici di diversa gravità. Altre, poi, promuovono l’attività agricola come mezzo per migliorare il benessere e favorire la socialità anche fra anziani.
(Fonte: www.fondazioneleonardo.it)