Secondo l'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) l’invecchiamento generale della popolazione e l’allungamento dell'aspettativa di vita stanno determinando anche un progressivo cambiamento nell’età dei pazienti che accedono alle cure nelle Unità operative di oncologia nel nostro Paese. «Più del 50% del totale delle diagnosi riguarda gli over 70 – spiega il presidente, Carmine Pinto a Catania nel corso di un convegno sui risultati dell'innovazione nei pazienti anziani - e le problematiche sono molteplici: innanzitutto la condizione di particolare fragilità che spesso caratterizza queste persone, con comorbilità spesso rilevanti cui si associano non raramente anche criticità di tipo sociale ugualmente importanti. A questo si aggiunge la quasi assenza di screening con conseguenti diagnosi più avanzate e il minor accesso agli studi clinici». L’età avanzata non può e non deve essere un fattore che da solo possa influenzare negativamente le possibilità di cura e di sopravvivenza dopo la diagnosi di una neoplasia. Quindi non dovrebbe limitare le decisioni dei medici, anche in tumori difficili da trattare come quelli del polmone e del pancreas, che nel 2016 hanno fatto registrare rispettivamente nel nostro Paese più di 41mila e 13.500 nuovi casi.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)