Un giardino da curare, amare, contemplare. Un luogo in cui vivere, separati dal mondo, ma al contempo il luogo migliore per viverlo, quello stesso mondo, dall’interno di ogni sua fibra. Poi, all’improvviso, una stonatura, una lieve zoppia, rompe l’equilibrio. Sono i primi segni di una malattia che lenta e inesorabile succhia l’energia vitale dell’autrice/protagonista di questo diario, sconvolgendo tutto: il rapporto con il giardino, il senso delle cose e del tempo, la vita stessa. Soprattutto, la vita, ora che la morte non è più un inevitabile accidente, ma una compagna tanto costante quanto ingombrante.
Comincia così Al giardino ancora non l’ho detto (Ponte alle Grazie), diario in cui l’autrice, Pia Pera, si trova a fare i conti con il passato e quel che resta del futuro, con le aspettative e l’egoismo che inevitabilmente arriva, quando si comincia a essere esclusi da tutto, anche dal proprio giardino.
(Fonte: www.illibraio.it)