Le infezioni delle protesi impiantate negli arti rappresentano un problema da non sottovalutare, soprattutto nella popolazione in età avanzata. Uno studio che potrebbe aprire nuove frontiere alla medicina personalizzata in questo campo è stato presentato ieri a Stintino E’ il prodotto di una collaborazione tra la Facoltà di Medicina dell’Università inglese dell’East Anglia e il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Ateneo turritano. Lo studio ha messo a punto un sistema di identificazione dei batteri che causano infezioni delle protesi. I microrganismi sono in grado di produrre una biopellicola (biofilm) con la quale eludono sia delle difese immunitarie che l'effetto degli antibiotici. La ricerca ha portato a identificare qualsiasi battere, produttore di biopellicola. I due gruppi di ricerca puntano adesso a sviluppare metodologie genomiche per la valutazione del contenuto batterico della cute e del liquido sinoviale. Con le tecnologie di sequenziamento di ultima generazione del genoma si potrà , a breve, determinare l'intera sequenza genica del DNA di tutti i batteri presenti nei campioni prelevati dai pazienti.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)