Il rapporto sul BenVivere delle province italiane 2023 analizza 77 indicatori elementari che spaziano dalla demografia alla cultura, dall’accoglienza all’ambiente, dalla salute alla legalità per offrire una mappa dello stato di salute economico e generativo dell’Italia. Osservando i dati, gli indicatori di salute per unità di Pil sono migliori al Sud. La capacità del sistema sanitario nazionale, di fatto, riduce l'impatto delle diseguaglianze di reddito, anche se questo comporta dei costi per le persone che dal Sud si vanno a curare al Nord.
La mobilità ospedaliera è soprattutto determinata dalla diversa capacità dei sistemi sanitari regionali di rispondere ai bisogni dei cittadini residenti, e solo in parte è dovuta a scelte di preferenza operate dai cittadini per vicinanza geografica delle strutture al luogo di dimora abituale, anche se diverso dalle regione di residenza.
Stando agli ultimi dati Istat, contenuti nel Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes), le migrazioni ospedaliere, che nel 2020 avevano subito un calo, in parte legato all’impossibilità di spostarsi fuori della propria zona di residenza determinata dalla situazione pandemica, nel 2021 hanno fatto registrare di nuovo un aumento.
Tra il 2020 e il 2021 la ripresa delle migrazioni ospedaliere è stata più consistente, circa 2 punti percentuali, in Calabria, Basilicata, Molise, Liguria e Valle d’Aosta. Tra queste, nelle regioni più piccole, il fenomeno è da sempre intenso, anche per la vicinanza di strutture ospedaliere fuori regione: Molise 29,2%, Basilicata 26,9% e Valle d’Aosta 15,4%. In Calabria, invece, la percentuale è pari a 20,8% a causa di una carenza infrastrutturale, essendo la regione con la minore dotazione di posti letto: 2,15 per 1.000 abitanti contro 2,55 della media nazionale nel 2020.
Tornando ai dati del rapporto Ben-Vivere edizione 2023 la diseguaglianza di Pil molto forte fra le province non si traduce in una proporzionale diseguaglianza nei servizi sanitari, né in termini di prestazioni, né in termini di risultato. Il sistema sanitario nazionale, pur con tutti i limiti, garantisce anche le province meno ricche, in misura più che proporzionale rispetto alla loro effettiva capacità economica.
In presenza di un sistema sanitario nazionale che garantisce la sostenibilità delle migrazioni sanitarie e in attesa che la qualità del Nord sia accessibile anche al Sud, non è necessario un livello proporzionale di Pil per avere più anni di aspettativa di vita. Anche perché la qualità della salute dipende da una molteplicità di fattori, fra i quali livelli di stress (benessere psicologico) e di inquinamento, che notoriamente sono più bassi al Sud.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)