Dai dati del 2013 del Ministero della Salute risulta che sono 3 milioni gli over 65 con problemi di alcolismo su un totale di 8 milioni. Chiarisce Maria Raffaella Rossin, coordinatore scientifico dei NOA, i Nuclei Operativi di Alcologia del Dipartimento Dipendenze dell’Agenzia Tutela Salute di Milano che si può parlare di 2 categorie, una più numerosa, dei giovani alcolisti diventati vecchi alcolisti e l’altra di chi continua a bere come faceva negli anni passati, ma sotto il peso della solitudine o di nuove difficoltà, passa da “bevitore sociale” ad alcolista. Bisogna anche considerare che gli anziani non dovrebbero superare un’unità alcolica (125ml) al giorno (un bicchiere di vino o birra) mentre gli adulti possono arrivare a due. A ciò va aggiunto che in un organismo più fragile, con ridotte capacità motorie e con il fatto che l'alcol intereagisce con i molti farmaci presi dalla maggior parte degli anziani serve a capire come sia grave il problema dell’alcolismo nella terza età. Per scoprire se una persona anziana esagera col bere ci sono dei campanelli d’allarme di cui tener conto: cadute e problemi gastrointestinali frequenti, accessi ripetuti al Pronto Soccorso, calo o aumento di peso notevoli, trascuratezza nel vestire o nell’igiene personale. Per aiutare un anziano alcolista è sempre meglio effettuare un trattamento guidato da un équipe multidisciplinare, della durata di almeno un anno, con l’affiancamento di un volontario. Comunque, al di là dei casi di abuso, è indispensabile sensibilizzare tutti sui rischi di un’assunzione moderata, ma quotidiana e protratta, di alcol.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)