Il Gruppo di Lavoro Anziani dell’Ordine Lombardo degli assistenti sociali, ha svolto una larga indagine (più di 2mila professionisti, il 40% di tutti gli assistenti sociali lombardi) sulle interazioni tra la condizione anziana e due potenziali dipendenze tra loro diverse, come il consumo di alcol e il gioco d’azzardo. Peraltro la pratica del gioco di azzardo e il consumo di alcol hanno storie, dinamiche sociali, rappresentazioni pubbliche estremamente differenti: l’alcol è parte integrante di una millenaria tradizione e solo di recente sono stati evidenziati i possibili impatti negativi sulla salute, non solo degli 'abusi di consumo', ma anche in caso di usi più equilibrati e misurati.
L’azzardo invece, pur essendo tradizionalmente presente da secoli nelle tradizioni di molte culture, solo recentemente è stato 'sdoganato' a livello di consumi di massa. Solo raramente ci si è concentrati sull’impatto che questo illusorio 'denaro facile' poteva avere sulle persone anziane. Entrambi questi 'consumi', soprattutto quando diventano sbilanciati, eccessivi, generanti dipendenze, sono comunque accomunati dal fatto di trovare facile innesco nelle persone più vulnerabili, più isolate, che sono più esposte alla fuga in sogni di reddito facile o in un consumo alcolico che da 'conviviale' e misurato, rischia facilmente di diventare strumento di fuga da solitudini, ansie, fatiche e fragilità fisiche e relazionali, alle quali 'un bicchiere in più' sembra dare risposta.
Entrambi i consumi inoltre sono accessibili con una facilità estrema, praticamente senza alcuna limitazione. La protezione degli anziani dai rischi della dipendenza non può essere affidata ai meccanismi costruiti per i minori; serve invece una grande azione di sensibilizzazione culturale, di accompagnamento, di prossimità, per far sì che la solitudine, l’ansia, la fragilità, la stanchezza di vivere non vincano, e conducano la persona anziana a quella falsa soluzione che è la bottiglia, o la scheda da grattare. E serve ovviamente grande capacità di lettura dei segnali di malessere o di disagio da parte dei familiari, degli assistenti familiari, di tutte quelle persone che entrano in contatto con le persone anziane, per prevenire o intercettare precocemente l’innesco di dipendenze e di comportamenti compulsivi. In generale, è l’isolamento sociale e relazionale il peggior nemico della salute dell’anziano.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)