Obesità, malnutrizione, sarcopenia, necessità di nutrizione artificiale a domicilio e carenza di vitamina D: sono queste le 5 “malattie da cibo” più frequenti fra gli anziani residenti in Italia. A elencarle è l’ADI - Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, che in occasione di Expo 2015 ha promosso il Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva includendo al suo interno anche le sfide da affrontare in nutrizione clinica per il benessere e la salute degli anziani. Ad oggi in Italia sono 1,8 milioni gli anziani alle prese con l’obesità. “La prevalenza tra i 64 e 74 anni è del 16%”, spiega Massimo Vincenzi, consigliere della Fondazione ADI. “Scende al 12% tra i 74 e gli 85 anni e al 9% oltre gli 85 anni. In quest’ultima fascia d’età la riduzione di prevalenza è controbilanciata da un elevato grado di disabilità”. La disabilità è particolarmente presente quando l’obesità è associata a sarcopenia, “un'altra criticità”, spiega Vincenzi, “legata alla progressiva riduzione della massa muscolare e provocata da sedentarietà e invecchiamento, spesso frequente anche in pazienti sovrappeso o obesi”. La malnutrizione calorico proteica è invece un rischio per 1,9 milioni di ultrasessantenni. Alla sua base c’è un’assunzione alterata di calorie o di nutrienti, che può essere determinata da disponibilità ridotta, incapacità di mangiare o alterazione dei processi digestivi e di assorbimento. Al momento di un ricovero ospedaliero si tratta di un problema per il 30% degli anziani, e la sua prevalenza nelle residenze per la terza età si aggira attorno al 20%. Infine, gli anziani italiani soffrono di carenza di vitamina D, un problema che può causare rachitismo, osteomalacia, osteoporosi, ipertensione, cancro e diverse malattie autoimmuni e che aumenta il rischio di decesso del 56%. In Italia ad avere a che fare con questo problema sono 9,4 milioni di anziani.
(Fonte: tratto dall'articolo)