Anziani poco attenti e distratti sulle norme di conservazione del cibo e quindi a maggior rischio intossicazione: è quanto emerge da un’indagine condotta da ricercatori dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma. La ricerca ha coinvolto circa 200anziani (età media 74 anni) frequentanti l’Ambulatorio di geriatria, il Centrofitness oppure ricoverati presso il Reparto di ortogeriatria, presso il Centrodi medicina dell’invecchiamento (Cemi) del Gemelli. Alle domandesull’alimentazione un anziano su tre ha risposto di essere cosciente di nonnutrirsi in maniera equilibrata o comunque ritiene di mangiare troppo. Sempreuno su tre (il 33,8%) riferisce di mangiare cibo scaduto, anche più di unavolta al mese. L’indagine in particolare si proponeva proprio di studiare sefattori economici, etici, socio-culturali potessero aver inciso sul rischio diun’alimentazione non sicura, sia dal punto di vista nutrizionale siaigienico-sanitario. E’ emerso che il 90% circa degli intervistati assume ognigiorno frutta e verdura e che il 18% consuma pesce raramente. Il 40% riferisceche sta cercando di perdere peso e l’85% afferma di essere disposto arestrizioni alimentari per la propria salute. Il 30% dichiara di ricevere informazioni sulla corretta alimentazione dalla televisione, da giornali e da Internet, il 35% da medici specialisti cui si sono rivolti per motivi di salute, mentre solo il 15% dal medico di famiglia. Una percentuale variabile tra il 10% e il 30% non rispetta tutte le principali norme igieniche nella preparazione dei cibi (scongelamento a temperatura di frigorifero, lavaggio delle mani dopo aver manipolato cibi crudi o sgusciato uova, lavaggio delle superfici di contatto, lavaggio di frutta e verdura).
(Fonte: tratto dall'articolo)