Per difendere la salute di cuore e polmoni, il menù ideale quotidiano non può dimenticare 5 porzioni tra frutta e verdura, con un occhio di riguardo per vegetali come zucchine, rucola, finocchi. È il risultato di una ricerca americana appena pubblicata. Lo studio, pubblicato su Circulation, è firmato da Dong D. Wang e dalla sua équipe del Dipartimento di Nutrizione della Harvard Medical School di Boston.
“Questa quantità probabilmente offre il massimo beneficio in termini di prevenzione delle principali malattie croniche ed è un obiettivo relativamente raggiungibile per tutti – sottolinea Dong D. Wang –. Abbiamo anche scoperto che non tutta la frutta e la verdura offre lo stesso beneficio, anche se le attuali raccomandazioni dietetiche generalmente non fanno differenze. Per esempio, le verdure amidacee, come piselli e mais, i succhi di frutta e le patate non si associano a un rischio ridotto di morte per tutte le cause o per malattie croniche specifiche”.
I lavori suggeriscono che negli adulti che mangiano 5 porzioni al giorno tra frutta e vegetali, rispetto a quelli che ne mangiano 2, il rischio di mortalità sia generale che per cause cardiovascolari o per tumore si riduce in percentuali variabili dal 10% al 13% - racconta su Il Messaggero il dottor Antonio G. Rebuzzi, docente di Cardiologia all’Università Cattolica Roma –. La riduzione di mortalità per cause polmonari arriva addirittura al 35%. La migliore accoppiata sarebbe due porzioni di frutta e tre di vegetali".
I ricercatori, comunque, ricordano che aumentare le porzioni oltre le 5 giornaliere non conferisce alcun vantaggio in termini di sopravvivenza, in particolare – continua lo specialista della Cattolica – per il rischio cardiovascolare si sa che frutta e verdura sono tra le maggiori fonti di potassio. E il potassio, o più propriamente un alto rapporto potassio/sodio, si associa a un abbassamento della pressione arteriosa. In aggiunta altre sostanze presenti in frutta e vegetali come il magnesio, le fibre e i polifenoli possono agire insieme nel ritardare la progressione dell’arteriosclerosi, nel ridurre l’aggregazione piastrinica ed anche nel modulare il profilo lipidico contribuendo quindi a ridurre la pressione.
(Sintesi redatta da: Righi Enos)