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Pagani Martina

“Alla fine papà è diventato aggressivo, abbiamo dovuto usare i tranquillanti”

La Stampa, 18-09-2017, p.51

La diagnosi di Alzheimer a Gianluca (nome fittizio) è stata fatta a 68 anni, raccontano la moglie e la figlia. Dopo i primi anni passati a casa, con le difficoltà dovute alla confusione ma comunque autonomo, poteva guidare, giocare col nipote e vivere un quotidiano abbastanza tranquillo, sono iniziati i problemi. Prima le camminate compulsive, anche per 10 o 12 ore, ha iniziato ad avere le visioni, vedeva persone in casa, si sentiva perseguitato ed ha iniziato ad essere violento. A causa di tutta questa aggressività la famiglia lo ha dovuto mettere sotto tranquillanti. Ora la malattia sta facendo il suo decorso e Gianluca passa le sue giornate nel dormiveglia, più invalido ma più gestibile. Dice la figlia Alessia «È una malattia brutta per il malato perché lentamente ti spegne. Ma soprattutto è brutta per la famiglia, perché si spegne anche lei e si isola».

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

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Autore (Cognome Nome)Pagani Martina
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2017
Pagine51
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2017-09-18
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 18-09-2017, p.51
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)
Volume
Approfondimenti
Pagani Martina
Parole chiave: Malattia di Alzheimer Storie di vita