L’Eurotower di Francoforte non è Hogwarts, la scuola di magia di Harry Potter. E Mario Draghi non è uscito nel 2019 dalla Bce con la bacchetta magica. Ha però visione, credibilità e autorevolezza per catalizzare il meglio dell’intelligenza sui problemi di questo «cambiamento d’epoca» e per mettere la testa e le mani sull’articolazione italiana del Next Generation Eu, trasformandolo in un grande Piano pensato per i giovani.
C’è, insomma, la possibilità e ci sono le risorse per porre fine alla storia infinita del tradimento più terribile, quello dei padri e delle madri verso i figli.Mario Draghi dovrebbe occuparsi dell'articolazione italiana del Next Generation Eu. Negli ultimi 5 anni sono stati caricati sul futuro dei giovani altri 400 miliardi di debito pubblico. Anche se non è esploso il conflitto generazionale è già in atto e bisogna intervenire.
Anche perché i debiti finora contratti con l'Unione Europea sono aumentati ed andranno ripagati entro il 2058 proprio dai nostri figli. Sono proprio loro, infatti, i giovani coloro che risultano sconfitti dal mancato sviluppo italiano. Bisogna quindi impostare scelte e azioni di politica economica stimolando da subito le fasce di popolazione dall’età più bassa.
Ed occorre farlo per dare un futuro ad un Paese in cui più di due giovani su dieci non studiano e non lavorano e dove un giovane laureato guadagna 1000 euro e un pensionato 1600. Occorre cambiare per crescere tenendo anche conto della grande numero di ultracinquantenni che cresce sia tra i lavoratori che tra i disoccupati.
Più che aumentare le spese riservate ai giovani, di riconsiderare le politiche tenendo conto di questo fattore, magari rivedendo gli strumenti che maggiormente assorbono risorse (reddito di cittadinanza e quota 100).
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)