Sempre di più e, soprattutto, sempre più a rischio di vivere in solitudine. Bergamo invecchia e, per fronteggiare una situazione in rapida trasformazione, necessita in tempi rapidi di una rete di servizi più sensibili alle esigenze reali della popolazione.
A chiedere interventi rapidi è il sindacato dei pensionati della Fnp Cisl, che ha esaminato, incrociandoli, i dati demografici dei quartieri del capoluogo e quelli, allarmanti, del Servizio di assistenza domiciliare del Comune.
Negli ultimi dieci anni, secondo i dati statistici del Comune di Bergamo, il 33% degli anziani vive solo: erano 8.800 nel 2006, ora sono diventati 9.767. Non solo: stando a un’elaborazione dei dati del Dipartimento welfare del sindacato, dal 2011 a oggi gli over 65enni sono cresciuti del 3,86%. Gli anziani soli rappresentano a Bergamo una percentuale tre volte superiore al dato nazionale, e aumentano con il crescere dell’età. A fronte di questa evoluzione, gli utenti del Servizio di assistenza domiciliare sono passati da 692 a 323, mentre la spesa pro capite a carico dei pazienti è aumentata di quasi 50 euro, benché il costo totale d’appalto che i Comuni versano alle cooperative che gestiscono il servizio sia calato di 136mila euro. Di qui la proposta della Fnp Cisl: una “custodia sociale” che introduca «figure professionali di riferimento per le persone sole: l’assistente di condominio; l’infermiere di quartiere; il co-housing sociale (alloggi privati con ampi spazi destinati alla condivisione), e servizi di prossimità e di vicinato che attivino relazioni in un’ottica di famiglia estesa».
(Fonte: tratto dall'articolo)