Troppi italiani pur curandosi, continuano a soffrire.
Chi continua a soffrire del comunissimo mal di schiena (più della metà), di cefalea, della nevralgia post-erpetica (fuoco di Sant’Antonio), della nevralgia del trigemino o artrosi si è ormai rassegnato a pensare che la medicina non può fare di più, rinunciando a stare meglio, “accettando” il dolore come un inevitabile conseguenza del loro problema.
“Tutti cercano di lenire il dolore, ma se questo è cronico, per molti la cosa si fa difficile con il trascorrere del tempo – spiega Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore-SICD (Società Italiana dei Clinici del Dolore).– Purtroppo il dolore viene sopportato o sottovalutato dal paziente in quasi un terzo dei casi (29%) oppure curato con antidolorifici non specifici (23%)".
(Fonte: tratto dall'articolo)