La spesa totale degli italiani per dare supporto ad anziani bisognosi di assistenza continua è cresciuta del 10,3 % nel 2018. Sono 6,4 milioni le famiglie che ne hanno necessità. Sempre nel 2018, la spesa totale sostenuta per la cura degli anziani non autosufficienti è stata di 27,9 miliardi. L’esborso medio per famiglia è stato di 13.306 euro. I dati emergono da una ricerca MBS Consulting, condotta su un campione rappresentativo di duemila nuclei familiari.
La domanda di servizi di welfare in Italia, lo scorso anno, è stata pari a 143,4 miliardi (+6,9% sul 2017), per un valore che corrisponde all’8,3% del Pil. Il comparto dell’assistenza è il terzo settore di spesa, dopo salute (37,7 miliardi) e supporti al lavoro (31,9). Quasi una famiglia su due (48%) con persone bisognose di assistenza ha dovuto rinunciare a servizi di supporto. Solo per il 61,7% delle famiglie che hanno utilizzato servizi di assistenza il reddito disponibile è bastato a coprire le spese. Il 28% ha dovuto intaccare i risparmi e il 10,3% ha avuto bisogno di amici o parenti. Nell’8,4% dei casi l’impegno di cura di un familiare ha comportato la perdita dell’ occupazione, mentre un altro 8,2% ha dovuto fare rinunce di carriera o passare al part time. Nonostante ciò, la curva di evoluzione della spesa pubblica nel settore del long term care è piatta: 1% del Pil. Enea Dallaglio, ceo di Innovation team della Mbs consulting, sostiene che bisognerebbe cominciare a prendere in considerazione il modello tedesco che, dagli anni ’90, ha impostato un sistema di long term care obbligatorio ma basato sulla contribuzione privata.
In Italia vige ancora un sistema ibrido con lo Stato regolatore e controllore, le aziende e i lavoratori che versano i contributi e gli istituti privati che gestiscono i fondi ed erogano le prestazioni.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)