"Questo nostro cervello funziona come i muscoli: ha bisogno di essere tenuto in allenamento per conservare la sua forza, la sua elasticità, e le prime palestre per la mente hanno dimostrato di funzionare bene, come emerge dai risultati del primo test, condotto in Italia al CNR di Pisa". Lo afferma Lamberto Maffei, neuroscienziato di rilievo internazionale, che spiega, "Invece di allenare i muscoli alleniamo il cervello e il programma di esercizi prevede un allenamento di tre mattine la settimana per sette mesi per persone fra 65 e 89 anni, individuate a rischio Alzheimer, già dopo tre mesi i test mostrano un miglioramento apprezzabile, che aumenta nei mesi seguenti - continua il Maffei - inoltre è importante tenere insieme, far socializzare queste persone, perché gli anziani che non hanno dimestichezza con telefonini e tablet, rischiano di rimanere isolati e in silenzio, quando cominciano a non parlare più è l'inizio del declino e un cervello senza stimoli è praticamente in coma". Con l'invecchiamento naturalmente si assiste, anche e purtroppo, a un decadimento cognitivo dovuto in parte a fattori genetici non modificabili e non se ne conosce ancora la cura, questa pratica dell'allenamento mentale può sicuramente rallentarne il decorso.
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)