Gli alloggi protetti sono appartamenti indipendenti con servizi a domicilio su richiesta dove si è in compagnia di altri coetanei. Curare l’invecchiamento non solo con la medicina ma anche attraverso un nuovo modo di abitare, con l’obiettivo di superare l’isolamento sociale.
In Italia gli anziani che vivono da soli, secondo l’Istat, sono 4 milioni. E altri 5 milioni vivono in coppia senza figli. La solitudine, si sa, favorisce il declino cognitivo e gli stati depressivi, aumentando il rischio di mortalità. La sfida della longevità, allora, deve portare a pensare a soluzioni abitative che promuovano la vita relazionale e in sicurezza anche degli over 65 che mantengono l’autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane, o che iniziano gradualmente a perderla, ma che non hanno una rete di amici e familiari a cui affidarsi in caso di bisogno e con cui passare le loro giornate.
Una delle formule che si stanno diffondendo in tal senso sono gli "alloggi assistiti o protetti". La domanda è in crescita sebbene l’offerta sia ancora limitata e concentrata soprattutto nelle grandi città del Centro-Nord. Gli alloggi assistiti sono gestiti da enti locali, associazioni, cooperative e fondazioni e sono rivolti agli anziani fragili, soli o in coppia, ancora in grado di badare a sé ma a cui può servire qualche aiuto, per esempio per le pulizie, la spesa, la preparazione dei pasti. I criteri di selezione sono ampi, l’importante è godere di una buona autonomia, anche se si utilizza la sedia a rotelle o il deambulatore, non avere problemi di demenza né altre disabilità cognitive. Uno dei due coniugi potrebbe essere non autosufficiente e aver bisogno di una badante.
Gli alloggi assistiti sono veri e propri appartamenti indipendenti, di piccole dimensioni (di 40-60 metri quadri), in affitto e raggruppati in uno stesso edificio, dove la persona anziana è libera di vivere secondo i propri ritmi, di ricevere visite e uscire quando ne ha voglia. Con il vantaggio di poter usufruire della compagnia dei coetanei e di servizi a domicilio su richiesta: da quello di lavanderia a quello di pulizie domestiche, igiene personale, consegna di pasti, spesa e farmaci, parrucchiere, accompagnamento per le visite mediche, aiuto per alzarsi e andare a letto.
Per fare richiesta di un monolocale o bilocale protetto in genere ci si rivolge ai servizi sociali comunali o all’ente gestore. Il canone di affitto mensile varia e può includere o meno le utenze e il pacchetto di servizi a domanda. Se l’anziano è poco abbiente può chiedere al Comune di aiutarlo a pagare l’affitto.
Una declinazione degli alloggi assistiti è il cohousing tra anziani o intergenerazionale, cioè tra over 65 e studenti universitari. I residenti anziani, di solito non più di cinque, mantengono camera da letto e bagno privati e condividono invece l’utilizzo di alcuni spazi comuni come cucina e salone. Occorre guardare con urgenza a queste nuove forme abitative, che ritardano il più possibile o evitano del tutto l’istituzionalizzazione dell’anziano nelle strutture residenziali, garantendo un welfare più sostenibile.
(Sintesi redatta da: Mayer Evelina)