Avere fretta di andare in pensione potrebbe essere controproducente per il cervello. E’ questa la conclusione a cui sono giunti alcuni esperti dell'Istituto di Psichiatria del King's College di Londra, secondo i quali, ogni anno passato a lavorare in più rispetto alla media, protegge i neuroni dalle malattie neurodegenerative per ulteriori 6 settimane.
Per questo, secondo il neurologo Piero Barbanti, non dobbiamo 'mandare in pensione' il nostro cervello. Il lavoro è ritmo, affettività e sviluppo cognitivo: il nostro cervello, come una macchina che non tiene il minimo, va meglio quando è in funzione; il lavoro può incanalare lo stress e in parte educarlo; nel lavoro competiamo positivamente con gli altri, ma anche con noi stessi, alzando di volta in volta l’asticella delle prestazioni.
Ad ogni regola che si rispetti corrisponde, però, un'eccezione: i vantaggi di posticipare il pensionamento potrebbero venir meno se il lavoro è fatto controvoglia o se obbliga a rapporti interpersonali pericolosi per la salute psicologica. (Fonte: www.fondazioneleonardo.it) (Fonte: tratto dall'articolo)