Un recente rapporto pubblicato da Dementia monitor rivela che l'Italia é al primo posto in Europa sul fronte della ricerca, eppure rimane al palo nell'assistenza ai malati. Claudio Mariani, professore di Neurologia all'Università degli Studi e all'ospedale Sacco di Milano sostiene che: «Oggi ci concentriamo su 2 fronti: le cause della malattia e i farmaci. Nel primo, fa ben sperare la scoperta della struttura della proteina tau, che nei malati si “aggroviglia” e danneggia le cellule nervose. Non solo: stiamo sviluppando test psicologici molto specifici per la diagnosi. Per i medicinali, invece, stiamo finendo la sperimentazione sull’uomo di un anticorpo che ripulisce le cellule del cervello. Certo, i risultati non sono dietro l’angolo». Sul fronte dell'aiuto, l'Italia é agli ultimi posti come conferma Simone Martini, 47 enne della provincia di Milamo che si prende cura della mamma dal 201o. L'assistenza é tutta a carico della famiglie, pochi i centri diurni e pochissimi i Comuni con strutture Alzheimer friendly. Gabriella Salvini Porro, presidente di Federazione Alzheimer italia afferma:"E' come se mettessimo un etichetta,dopo la diagnosi, alla persona: è anziana e demente, non c'è nulla dare. Il cancro fa più rumore perchè colpisce anche i bambini e giovani, invece i nostri malati anziani restano solo in silenzio."
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)