L’Alzheimer comincia nella prima infanzia e la progressione della malattia dipende anche dall’esposizione alle polveri sottili, oltre che dalla genetica e dall’età. Lo attesta uno studio pubblicato sul Journal of Environmental Research. I ricercatori dell’University of Montana hanno studiato 203 autopsie di persone residenti di Città del Messico, decedute entro i 40 anni. Nei cervelli di questi giovani cittadini, esposti all’inquinamento, sono stati trovati livelli elevatissimi di due proteine anomale ( la tau -iperfosforilata e la beta-amiloide). Inoltre, presentavano un noto fattore di rischio genetico per l’Alzheimer, l’apolipoproteina E (APOE 4). Per i ricercatori le particelle inquinanti, dal naso viaggiano, attraverso il sistema circolatorio, arrivando a danneggiare il cervello. Per i ricercatori, negli ambienti inquinati le misure preventive contro l'Alzheimer dovrebbero essere avviate molto presto.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)