Un nuovo farmaco l'aducanumab si è rivelato capace di ridurre in maniera giudicata "significativa” dai ricercatori, l’accumulo della proteina beta-amiloide nel cervello, la proteina considerata causa della demenza e dei problemi di memoria tipici della malattia di Alzheimer, contro la quale oggi non esistono cure efficaci. Nonostante la rivista Nature, nel pubblicare i risultati incoraggianti ottenuti, li presenti come un passo che potrebbe essere decisivo nella lunga lotta per sconfiggere la malattia, i neurologi si dimostrano molto più contenuti nei loro giudizi. Non tutti, infatti, sono d'accordo nel considerare la proteina beta-amiloide responsabile dei disturbi cognitivi e questo nuovo farmaco non ha dimostrato di ridurre i sintomi e contrastare la demenza. Come aveva sottolineato in un precedente articolo la rivista medica inglese The Lancet "le proteine beta-amiloide e tau sono effettivamente presenti nella maggior parte dei cervelli colpiti da demenza, tuttavia i ricercatori non sono così sicuri che la relazione sia puramente di causa-effetto". Piuttosto sempre più evidenze "suggeriscono che lo stile di vita giochi un ruolo importante, con diabete, obesità, attività fisica e mentale, fumo e dieta". Insomma, solo approfondimenti e ulteriori studi potranno dare le risposte che tutti attendono.
(Sintesi redatta da: Laura Rondini)