L'ultimo metodo per compiere una diagnosi precoce della malattia di Alzheimer porta la firma di alcuni ricercatori italiani, autori di un articolo pubblicato sulla rivista "Jama neurology". Gli studiosi, coordinati da Giovanni Frisoni, direttore scientifico dell’istituto di ricerca Fatebenefratelli di Brescia, hanno valutato l’impiego del neuroimaging per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, che costituisce la più diffusa tra le condizioni neurodegenerative. La tac a emissione di positroni - la Pet, già utilizzata nella diagnosi dei tumori e delle loro metastasi - consentirebbe di valutare la quantità di proteina beta amiloide cerebrale, proteina il cui accumulo è considerato vincolato - se come causa o come effetto non è ancora del tutto chiaro - alla malattia di Alzheimer. Un valido strumento dunque per una diagnosi precoce. Partendo da qui, poi, l’obiettivo è mettere a punto trattamenti farmacologici mirati, che al momento non sono ancora disponibili.
(Sintesi redatta da: Marcello Mamini)